La categoria di lavoratori interessata a questo argomento è molto folta e le fasi da seguire riguardano l’apertura, con le relative decisioni da prendere e la fase di gestione, regolata dalle dichiarazioni contenute nella documentazione consegnata all’Agenzia delle Entrate. Gli adempimenti da ottemperare per aprire una partita IVA sono i seguenti:
• compilare il modulo
• scegliere il codice di attività e il regime fiscale
• predisporre i registri contabili (se obbligatori)
• gestire i propri contributi previdenziali
• aprire la PEC (se obbligatori)
• iscriversi alla CCIAA competente
• aprire la posizione INAIL (se obbligatoria)
• comunicare al Comune l’inizio dell’attività (SCIA), anche in questo caso, se obbligatoria.
Vediamo nello specifico le singole attività.
Compilare il modulo per richiedere l’attivazione della partita IVA
Il primo step riguarda la compilazione del modello con il quale si comunica l’esistenza della propria attività all’Agenzia delle Entrate. Tale modello deve essere presentato entro 30 giorni dall’inizio della stessa.
Ma quale modello scegliere? La documentazione da presentare varia in base alla veste giuridica del richiedente: quale tipologia di attività eseguirete?
Agli imprenditori e ai professionisti verrà richiesta la compilazione di un modulo mentre ai soggetti che non possono essere classificati come persone fisiche, come ad esempio enti, società e associazioni, verrà richiesta la compilazione di un altro modello. Alla dichiarazione di inizio attività, seguirà il rilascio del numero di partita IVA.
Scegliere il codice di attività e il regime fiscale
Lo step due riguarda la scelta del codice ATECO di appartenenza che determina:
• i parametri con i quali confrontare i ricavi annui per i contribuenti il minimo oppure il coefficiente di redditività per i forfettari
• il regime contributivo INPS
Il codice ATECO, dunque è fondamentale perché classifica l’attività economica in base ad una scala di 5 livelli e relativi gradi di approfondimento, molto utili per inquadrare la propria tipologia di attività.
Il regime fiscale di appartenenza è un altro punto importante. Ogni tipologia specifica di regime è determinata e determina una serie di adempimenti e limiti che è bene considerare.
Dunque, presentato il modulo all’agenzia delle Entrate e ricevuto il numero di partita IVA, il professionista può iniziare la sua attività lavorativa.
Gestire i propri contributi previdenziali
Una tema molto importante quando si parla di lavoro autonomo è la necessità di versare i contributi previdenziali.
Coloro che aprono la partita IVA devono inscriversi alla gestione separata/commercianti/artigiani dell’INPS per gestire i propri contributi previdenziali oppure alla cassa previdenziale corrispondente all’albo professionale di appartenenza.
Aprire la PEC
La PEC non è altro che un servizio di corrispondenza digitale (simile ad un sistema di invio e recezione mail) che consente di inoltrare comunicazione con maggiore sicurezza; a questo si aggiunge il valore legale che una comunicazione acquisisce se la mail mittente è una pec.
La Posta Elettronica Certificata (PEC) sarà richiesta, ad esempio, all’atto di costituzione di una società oppure all’iscrizione presso il Registro delle Imprese mentre ne sarai già dotato se iscritto ad un Albo in quanto lavoratore autonomo.
Perché aprire la partita IVA con CSF Milano
Per rispondere alla domanda come aprire una partita IVA è molto importante partire dalla compilazione della domanda. Tuttavia, scrivere non basta: i campi da riempire delineano la professione, il professionista e determino gli oneri di gestione che ne seguiranno. Le attività elencate sono indispensabili e determinanti ma è bene sottolineare come gli adempimenti varino in base alla tipologia di lavoro, al settore di appartenenza, al regime tributario. Una serie di risposte che è bene trovare con un consulente esperto e qualificato che sia in grado di guidarti nella compilazione della domanda e consigliarti al meglio.
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